Onorevoli Deputati! - T. Makiguchi, pedagogista giapponese d'inizio secolo, sosteneva che «l'educazione deve fare in modo che all'apatia di un sistema caratterizzato da egocentrismo e disimpegno sociale si sostituisca un consapevole meditato impegno verso la società»; affermava inoltre che «sviluppare il carattere necessario a diventare membri attivi e creativi di una società è lo scopo verso cui tende il sistema educativo. Per portarlo a termine occorre (...) far sì che la coscienza dell'individuo si spinga oltre l'orizzonte limitato dei diritti e privilegi privati fino ad includere i doveri e le responsabilità della vita collettiva» («L'educazione creativa» T. Makiguchi, Edizione Nuova Italia).
      La presente proposta di legge viene presentata tenendo conto che l'obiettivo primario della scuola italiana di educare i cittadini al rispetto degli altri e alla convivenza basata sull'uguaglianza dei diritti e dei doveri dell'uomo nel rispetto dell'autonomia personale di ogni individuo, viene costantemente disatteso o relegato all'interno di altre discipline.
      Come recita l'articolo 26, paragrafo 2, della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo «l'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali».
      Inoltre la raccomandazione dell'UNESCO del 19 novembre 1974, adottata nell'ambito della Conferenza generale delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, riunitasi a Parigi dal 17 ottobre al 23 novembre 1974, enuncia come princìpi direttivi della politica dell'educazione:

          una dimensione internazionale e una prospettiva mondiale dell'educazione a tutti i livelli e in ogni sua forma;

 

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          la comprensione e il rispetto di tutti i popoli, delle loro civiltà, dei loro valori e dei loro modelli di vita, comprese le etnie nazionali e quelle delle altre nazioni;

          la consapevolezza della crescente interdipendenza mondiale dei popoli e delle nazioni;

          la capacità di comunicare con gli altri;

          la consapevolezza non solo dei diritti, ma anche dei doveri che gli individui hanno gli uni verso gli altri;

          la comprensione della necessità della solidarietà e della cooperazione internazionale;

          la volontà degli individui di contribuire a risolvere i problemi delle loro comunità, dei loro Paesi, del mondo.

      La stessa raccomandazione invita gli Stati membri ad applicare le disposizioni sotto forma di legge nazionale «allo scopo di assicurare l'educazione di tutti per l'avveramento della giustizia, della libertà, dei diritti umani, della pace».
      Per queste ragioni, pur essendo stati attuati in numerose scuole vari tipi di sperimentazione, è nostra convinzione che per un apprendimento sistematico della materia occorra un intervento legislativo che ne preveda l'obbligatorietà.

 

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